domenica 2 dicembre 2012

NORME CE DI POSA DELLE PIASTRELLATURE CERAMICHE - normativa di posa di pavimentazioni ceramiche

Pavimento in gres porcellanato

NORME DI POSA DELLE PIASTRELLATURE CE

riferimenti normativi

- CEN/TR 13548 - Regole generali per la progettazione e l’installazione delle piastrellature ceramiche 

- UNI 11493 -  Piastrellature ceramiche a pavimento e a parete Istruzioni per la progettazione, l'installazione e la manutenzione 



Recentemente (2013)  è stata finalmente introdotta in Italia una norma tecnica relativa alla posa delle piastrelle ceramiche che specifica talune disposizioni già contenute nel CEN TR 13548. La norma si applica alle piastrellature ceramiche a pavimento e a parete, interne ed esterne, installate principalmente con adesivi, ma anche con malta cementizia. 
Questa norma è una rivoluzione nel settore, in quanto introduce a livello normativo dei concetti fondamentali al fine di realizzare rivestimenti ceramici durevoli. Tali concetti, fino ad oggi noti solo agli esperti del settore e comunque spesso oggetto di discussione, saranno ora regolati a livello nazionale ed utilizzabili sia a livello progettuale all’interno dei capitolati, che pratico, rappresentando un linguaggio comune per tutti gli operatori del settore nel loro interesse ed in particolare in quello dei clienti finali.
La norma basa la qualità di una piastrellatura ceramica sulla conformità ai requisiti generali di:
  • −Regolarità
  • −Durabilità
  • −Manutenibilità
  • −Sicurezza
  • −Sostenibilità 

La conformità a tali requisiti deve essere conseguita con il contributo indispensabile di tutte le "funzioni" coinvolte nella progettazione, nell'installazione, nell’utilizzo e manutenzione della piastrellatura.
Tutte le parti/funzioni coinvolte nella progettazione ed installazione di piastrellature ceramiche e le loro responsabilità, sono chiaramente definite all’interno della norma stessa (committente, progettista, direttore lavori, posatore, produttori dei diversi materiali, venditori dei diversi materiali).

Vengono inoltre introdotti elementi di fondamentale importanza quali:
- La larghezza minima delle fughe; La posa cosiddetta a “giunto unito” non sarà più ammessa. La larghezza delle fughe dovrà essere stabilita nel progetto, considerando tutti i necessari aspetti.

7.10.2 Larghezza delle fughe
La posa cosiddetta a “giunto unito” non è ammessa. In nessun caso può essere prescritta o adottata una larghezza delle fughe inferiore a 2 mm.
La larghezza delle fughe deve essere stabilita, nel progetto, considerando fondamentalmente i seguenti aspetti:
  • tipo di piastrelle (pressate/estruse; rettificate/non rettificate);
  • formato delle piastrelle;
  • tolleranze dimensionali prescritte per le piastrelle;
  • coefficiente di dilatazione termica dei materiali costituenti la piastrellatura;
  • proprietà meccaniche (deformabilità / modulo elastico) dei materiali di posa (adesivo, materiale per fughe);
  • localizzazione e percorso dei giunti;
  • caratteristiche meccaniche (rigidità, stabilità dimensionale) del supporto;
  • ambiente di destinazione (interno/esterno) e condizioni di esercizio previste.

Indicativamente, nelle prescrizioni progettuali la larghezza delle fughe può andare da 2-3 mm - piastrelle ottenute per pressatura, con buona regolarità dimensionale (piastrelle rettificate) in ambienti interni, su supporti rigidi e dimensionalmente stabili - fino a 6-8 mm, in situazioni opposte.


Vengono inoltre introdotti elementi di fondamentale importanza quali:
  • La larghezza minima delle fughe; La posa cosiddetta a “giunto unito” non sarà più ammessa. La larghezza delle fughe dovrà essere stabilita nel progetto, considerando tutti i necessari aspetti.
  • La definizione e le prescrizioni relative ai giunti (strutturali, frazionamento, dilatazione, perimetrali) ed alle loro campiture.
  • La cura dei punti particolari (gradini, pavimentazioni esterne a contatto col terreno, facciate, etc.);
  • Il concetto e la definizione dell’applicazione dell’adesivo con la tecnica della “doppia spalmatura” quando necessario.
  • Le caratteristiche minime dei supporti sui quali è prevista la successiva posa di un rivestimento ceramico in relazione alle sollecitazioni di ogni genere cui la superficie sarà soggetta.
  • La scelta e specifica dell’adesivo in funzione dei dati di progetto.
  • L’adozione di un idoneo fissaggio meccanico di sicurezza nel caso di piastrelle di formato superiore a 30 x 30 cm, posate in facciata.

Facciate
Nel caso di piastrelle con lato maggiore superiore a 30 cm, deve essere valutata da parte del progettista la necessità di prescrivere l’adozione di un idoneo fissaggio meccanico di sicurezza (ad esempio, costituito da ganci in acciaio fissati nel supporto) tenendo conto delle specifiche condizioni di esposizione, della qualità del supporto e del disegno di posa (dimensioni fughe, reticolo giunti elastici ecc.)
Per sistemi di piastrellature in facciata esterna realizzate con diverse tecniche innovative, ci si atterrà alle indicazioni e prescrizioni del produttore.

(…) Il supporto deve possedere una resistenza coesiva a trazione (strappo) ed un’adesione al sottostante strato portante non inferiore a 1 N/mm2.



A. REQUISITI DEI MATERIALI
A.1. Requisiti del massetto cementizio
Metodo di Prova
A.1.1. CT:Malte premiscelate[1] per massetti cementizi. EN13813
A.1.2. C:Resistenza alla compressione a 28 giorni (N/mm2). EN13813
A.1.3. F: Resistenza alla flessione a 28 giorni (N/mm2). EN13813
A.1.4. A1 fl: Resistenza al fuoco. EN13813

A.2. Altri requisiti del massetto

A.2.1. Planare: la verifica della planarità viene effettuata con una staggia di almeno 2 m. di lunghezza. Appoggiandola sul massetto in tutte le direzioni, la tolleranza ammessa con questa staggia è di 2 mm, occorre però tener presente che essa varia in funzione della lunghezza della staggia utilizzata per la valutazione della planarità.
A.2.2. Liscio: l’idoneità del grado di finitura superficiale e, quindi, il livello di rugosità della superficie, dipende dal tipo di pavimento che si deve posare. Ad esempio, una superficie ruvida a poro aperto favorisce l’asciugamento del massetto e migliora l’adesione dei rasanti e degli adesivi. Se per contro, si vuole ottenere una superficie perfettamente liscia e speculare, ad esempio nel caso in cui si debba posare un pavimento resiliente, è preferibile applicare sulla superficie del massetto prodotti rasanti studiati appositamente per questo scopo.
A.2.3. Pulito: la superficie del massetto deve essere perfettamente pulita. Polvere, sporco e detriti devono essere rimossi in quanto possono compromettere l’adesione della pavimentazione al massetto.
A.2.4. Privo di fessurazioni: la presenza di fessure da ritiro igrometrico è causata da uno o più dei seguenti fattori: eccesso di acqua nell’impasto, aggregato di granulometria troppo fine, eccessivo quantitativo di cemento. Prima di procedere alla posa del pavimento è necessario sigillare monoliticamente le eventuali fessure.
A.2.5. Compatto: il massetto deve presentarsi compatto ed omogeneo in superficie ed in tutto lo spessore. La presenza di strati o zone a consistenza inferiore, più friabili, è sintomo di caratteristiche meccaniche scadenti che causano distacchi della pavimentazione.
A.2.6. Stagionato e dimensionalmente stabile: il periodo di stagionatura/ maturazione è uno dei requisiti più importanti per un massetto cementizio. Infatti la posa delle piastrelle in ceramica e materiale lapideo deve essere eseguita su massetti stagionati, che abbiano già esplicato la maggior parte del ritiro idrometrico, evitando, quindi la formazione di eventuali fessure successivamente alla posa della pavimentazione capaci di procurare la rottura ed il distacco del rivestimento. Il tempo di stagionatura di un massetto “tradizionale” in sabbia e cemento è di circa 7-10 giorni per cm di spessore (spessori di massetto fino a 7 cm; temp. amb.15-30°; u.r. 50% ca.). Il tempo di attesa, quindi, nel caso si utilizzino malte cementizie tradizionali, può risultare particolarmente lungo (1 mese). Tale tempo si riduce notevolmente utilizzando leganti speciali o malte premiscelate a presa ed asciugamento rapido.
A.2.7. Asciutto: l’umidità residua deve essere conforme ai valori previsti per la posa dei pavimenti sensibili all’umidità e uniforme in tutto lo spessore del massetto. Per massetti a base cementizia si considerano accettabili valori di umidità inferiori al 2% nel caso in cui si debba posare un pavimento in legno, del 2,5-3% nel caso in cui si debba posare pvc, gomma o linoleum. I massetti in anidride devono avere un valore di umidità residua inferiore allo 0,5% a prescindere dal tipo di rivestimento (in caso di pavimenti radianti in gesso: 0,2%).
A.2.8. Resistente meccanicamente: la resistenza meccanica, così come lo spessore, deve essere adeguata alla destinazione d’uso ed al tipo di pavimento da posare. In linea generale, la resistenza a compressione di un massetto per ambienti civili, idonea per qualsiasi rivestimento non deve essere inferiore a 30 N/mm2.

A.3. Requisiti delle ceramiche da posare
Gruppo di prodotto sec. la classificazione UNI EN 14411 – BIa (gres porcel.)

Metodo di Prova; Requisiti: ISO 31006A.3.1. Lunghezza e larghezza: ISO 10545-02; ± 0,5%
A.3.2. Spessore ISO 10545-02; ± 10%
A.3.3. Ortogonalità ISO 10545-02; ± 0,5%
A.3.4. Planarità ISO 10545-02; ± 0,3%
A.3.5. Assorbimento d’acqua ISO 10545-03; <= 0,5%
A.3.6. Resistenza alla flessione ISO 10545-04; ≥15N/mm2
A.3.7. Coeff. espan. term. lin.: ISO 10545-08; 9μm/m K-1A.3.8. Resist. ai prodotti chimici: ISO 10545-13; No alteraz.

A.4. Requisiti degli adesivi (adesivi di tipo C: cementizi secondo EN 12004)
La classificazione e la specifica tecnica degli adesivi sono l'oggetto della Norma EN 12004 “Adesivi per piastrelle - Definizioni e specifiche”. I tipi principali di adesivi sono i seguenti:
• Adesivi cementizi (C): miscele di leganti idraulici, aggregati ed additivi organici, da miscelare con acqua o con additivi liquidi subito prima dell'uso.
• Adesivi in dispersione (D): miscele - paste pronte per l'uso - di leganti organici in forma di dispersione acquosa di polimeri, additivi organici e cariche minerali.
• Adesivi di resine reattive (R): miscele di resine sintetiche, cariche minerali e additivi organici, in cui l'indurimento avviene per reazione chimica. Disponibili come adesivi a uno o due componenti

Per ogni tipo possono essere identificate diverse classi, correlate con il quadro prestazionale, secondo il seguente schema:
• 1. Adesivo normale
• 2. Adesivo migliorato
• F. Adesivo a indurimento rapido
• T. Adesivo a scivolamento ridotto
• E. Adesivo con tempo aperto esteso


Metodo di Prova; Requisiti
A.4.1. Tempo aperto: EN 1346; EN 12004
A.4.2. Scivol. su parete verticale: EN 1308; EN 12004
A.4.3. Adesione iniziale a traz.: EN 1348; EN 12004
A.4.4. Adesione traz. dopo azione del calore: EN 1348; EN 12004
A.4.5. Adesione a traz. dopo immer. in acqua: EN 1348; EN 12004
A.4.6. Adesione dopo cicli gelo/disgelo: EN 1348; EN 12004
A.4.7. Deformazione trasversale: EN 12002; EN 12002
A.4.8. Resistenza alla compressione: EN 196


Gli adesivi di tipo C sono quelli più diffusamente utilizzati, anche negli ambienti pubblici. Con gli adesivi il progettista ha a disposizione materiali di allettamento in grado di consentirgli - almeno in linea di principio - di applicare qualunque tipo di piastrella a quasi ogni supporto in qualunque ambiente di destinazione.

Gli adesivi sono miscele preconfezionate di vari costituenti, commercializzati in varia forma (polvere, pasta, polvere + liquido, pasta + liquido), con i quali si preparano in cantiere delle paste, a presa ed indurimento idraulico o chimico, impiegate appunto come allettamento di piastrelle di ceramica. In generale lo spessore di questo allettamento è dell'ordine di pochi millimetri, anche se vi sono adesivi speciali per spessori maggiori, dell'ordine di 1,5-2 cm. Tanto le malte cementizie quanto gli adesivi, in diversa misura a seconda della composizione, sono caratterizzati da variazioni dimensionali - in genere ritiri – nel corso della maturazione. Condizione necessaria affinché questi ritiri non portino a livelli sollecitativi interni pericolosi per l'integrità della piastrellatura è che lo spessore dell'allettamento sia il più uniforme possibile. Affinché questa condizione sia soddisfatta, occorre che:

• la superficie di posa sia regolare, cioè priva di scostamenti significativi dalla planarità. Eventuali irregolarità presenti debbono essere rimosse mediante applicazione di un apposito strato di livellamento o regolarizzazione, e non variando secondo necessità lo spessore dell'allettamento. Il sopra citato Rapporto Tecnico CEN, riprendendo un concetto espresso in diverse norme nazionali sulla posa delle piastrelle, recita “… nel caso di posa con adesivi, gli scostamenti dalla planarità del
rivestimento finito dipendono dagli scostamenti dalla planarità del supporto …”, a sottolineare appunto la non ammissibilità di applicare spessori variabili di adesivo per compensare irregolarità della superficie;

• le pendenze di progetto - ad esempio, in un pavimento in cui sia necessario assicurare il deflusso di acqua - debbono essere realizzate nella struttura stessa, o predisponendo uno speciale massetto di pendenza. E' invece scorretto e rischioso, anche nel caso di posa a malta cementizia, tentare di realizzare la pendenza variando lo spessore dell'allettamento.

Lo sviluppo degli adesivi ha accompagnato sempre lo sviluppo tecnologico delle piastrelle, ed il progressivo ampliamento del campo di impiego delle piastrelle stesse. Certamente il favore incontrato dalle piastrelle di ceramica sarebbe stato minore senza la disponibilità di adesivi compatibili con i nuovi tipi di piastrelle, con i nuovi tipi di supporti/strutture da piastrellare, con i nuovi ambienti in cui le piastrelle hanno recentemente trovato applicazione, con le severe esigenze tecniche di queste nuove applicazioni. Anche nel caso degli adesivi il problema è quello di scegliere e specificare, di volta in volta, in una gamma molto ampia, il prodotto adatto. Ed anche in questo caso - come nel caso della scelta delle piastrelle - il progettista deve basarsi sia sulla specifica tecnica dell'adesivo, redatta secondo la norma prima citata, sia sulle indicazioni - in genere complete e dettagliate - fornite dai produttori.


A.5. Requisiti dei sigillanti per piastrelle

La classificazione e la specifica tecnica dei materiali per fughe sono l'oggetto della Norma EN 13888 “Sigillanti per piastrelle - Definizioni e specifiche”. I tipi principali di materiali per fughe sono i seguenti:

• Sigillanti cementizi (CG): miscele di leganti idraulici, aggregati ed additivi inorganici organici, da miscelare con acqua o con additivi liquidi subito prima dell'uso.
• Sigillanti di resine reattive (RG): miscele di resine sintetiche, cariche minerali e additivi organici, in cui l'indurimento avviene per reazione chimica.
Per i sigillanti cementizi possono essere identificate diverse classi, correlate con il quadro prestazionale, secondo il seguente schema:

W = sigillanti ad assorbimento d’acqua ridotto
A = sigillanti ad alta resistenza all’abrasione.


B. PROGETTAZIONE DELLA PIASTRELLATURA

Nel caso delle piastrellature a pavimento, orientata la scelta su un adesivo adatto al prodotto ed alle condizioni di esercizio, vi sono diverse opzioni, da adottare in funzione delle caratteristiche del supporto e, ancora, delle condizioni di esercizio:

Posa diretta con adesivo, applicabile solo nei casi di supporto dimensionalmente stabile (dunque, a flessibilità, comprimibilità e deformabilità basse) e con superficie regolare (senza sensibili scostamenti dalla planarità e dalle quote di progetto)[2]. Alcune osservazioni specifiche si impongono, a proposito di piastrellature a pavimento, sulla resistenza meccanica della piastrellatura, in relazione alla prevenzione dei rischi di distacchi di piastrelle, rotture, ecc. Le condizioni di esercizio di una pavimentazione possono essere molto severe dal punto di vista delle sollecitazioni meccaniche massive. Affinché la piastrellatura possa resistere a tali elevate sollecitazioni, debbono essere soddisfatte le seguenti due condizioni:

B.1. Esigenze da rispettare da parte della piastrellatura ceramica

B.1.1. esigenze di sicurezza dei frequentatori dell’ambiente o locale pubblico: la piastrellatura deve essere sicura, rispetto ad eventi che possano provocare danni alle persone (ad esempio, cadute per scivolamento)
B.1.2. esigenze estetiche ed arredative: la piastrellatura deve essere planare, senza gobbe o avvallamenti, con fughe rettilinee e regolari, senza dislivelli fra piastrelle adiacenti, ecc.
B.1.3. esigenze di durabilità: la piastrellatura deve essere in grado di svolgere per lungo tempo le proprie funzioni tecniche ed estetiche, senza deteriorarsi a seguito delle sollecitazioni di esercizio;

B.2. Requisiti della piastrellatura ceramica

1. La piastrellatura deve fare affidamento sulla collaborazione del supporto, il quale deve essere dimensionato in rapporto alle sollecitazioni meccaniche di esercizio, e se del caso rinforzato con un apposito massetto di rinforzo e di ripartizione dei carichi, oltre a rispondere ai requisiti citati. (requisiti del massetto)

2. Le piastrelle debbono rimanere affidabilmente ancorate al piano di posa. Ogni distacco deve essere prevenuto, in quanto le porzioni di piastrellatura staccate perdono la collaborazione del supporto e sono esposte ad un rischio elevatissimo, molto vicino alla certezza, di rompersi. Occorre dunque curare con molta attenzione, sia la scelta dell'allettamento, sia l'adozione di modalità di applicazione finalizzate a realizzare un allettamento compatto. Una superiore garanzia di uniforme compattezza dell'allettamento si può avere prescrivendo l'adozione della tecnica della “doppia spalmatura”. Dunque, mentre normalmente l'adesivo viene applicato solo sulla superficie da piastrellare, nelle piastrellature conviene prescrivere che l'adesivo venga applicato sia sulla superficie di posa, sia sul retro della piastrella. (requisiti dell’adesivo).

Per poter soddisfare quest’esigenze occorre che la piastrella tura sia adeguatamente posate secondo un adeguato sistema di posa.
In particolare (la posa a giunto unito non è più utilizzabile):

• la posa a giunto aperto permette di ridurre sensibilmente il modulo di elasticità, e quindi la rigidità, dello strato di rivestimento: infatti, mentre nella posa a giunto unito lo strato di rivestimento è praticamente riguardabile come una lastra continua, rigida come lo è una singola piastrella, nella posa a giunto aperto lo strato di rivestimento manifesta esplicitamente la propria articolazione strutturale, ad elementi distinti e, entro certi limiti, dotati di una certa possibilità di movimento relativo. In queste condizioni le tensioni indotte da eventuali movimenti differenziali fra i diversi strati costituenti il sistema sullo strato di rivestimento raggiungono normalmente livelli assai più modesti di quelli prevedibili nel caso di posa a giunto unito, per cui si riesce, con questo sistema di posa, a controllare in misura relativamente efficace i rischi di sollevamento e distacco dei pavimenti;
• la posa a giunto aperto rende meno influenti eventuali differenze dimensionali fra le piastrelle. Nella posa a giunto unito si possono incontrare difficoltà a far combaciare perfettamente due piastrelle contigue, per quanto conformi ai requisiti dimensionali di norma. In altre parole, la posa a giunto unito può evidenziare, appunto in corrispondenza dei giunti, piccole discontinuità ed irregolarità, tali comunque da peggiorare in modo talora apprezzabile l'aspetto della superficie piastrellata. La più netta separazione fra le piastrelle che la posa a giunto aperto comporta contribuisce a rendere l'effetto suddetto meno influente sulla qualità estetica della superficie;
• la posa a giunto aperto permette di controllare meglio il regolare e durevole riempimento delle fughe. Infatti, nella posa a giunto unito la fuga è sostanzialmente rappresentata da uno spazio estremamente sottile che rimane inevitabilmente fra piastrella e piastrella: tale fessura, di dimensione forzatamente non costante, viene riempita con molta difficoltà, e spesso in modo non omogeneo, nonostante il prodotto di riempimento sia relativamente fluido. La prevedibile conseguenza è il rischio di distacco di parti del riempimento, la penetrazione di sporco, di acqua e di sostanze di processo, anche potenzialmente aggressive, l’apertura quindi di un accesso verso l'interno del sistema. La posa a giunto aperto è, sotto questo profilo, meno problematica e rischiosa.

Per questi motivi, per tutte le piastrellature, e soprattutto per quelle in cui vi è l’esigenza di igiene, deve essere sempre specificata la posa a giunto aperto.
[1] Premiscelati in polvere a base di cemento da mescolare con acqua al momento dell’utilizzo in cantiere.
[2] A questo modello è riconducibile anche quello di “posa diretta con adesivo su pavimentazione preesistente”: una tecnica praticata frequentemente nelle ristrutturazioni anche di pavimentazioni di ambienti pubblici. Ovviamente la stabilità dimensionale, la robustezza e l’integrità della pavimentazione precedente, oltre alla disponibilità dello spazio necessario per ospitare la piastrellatura sovrapposta, sono condizioni indispensabili per potere applicare questo modello, e risparmiare così la demolizione della preesistente copertura.

BIBLIOGRAFIA

C. PALMONARI - Pavimenti e rivestimenti in ceramica. Guida all'impiego - Ed. Collettiva Ceramiche Italiane, Sassuolo, 1974
C. PALMONARI - Le piastrelle di ceramica. Guida all'impiego - Ed. Edi.Cer., Sassuolo, 1984
G. TIMELLINI, C. PALMONARI - Le piastrelle di ceramica italiane - Come e perché - Ed. Edi.Cer., Sassuolo, 1999
G. TIMELLINI, C. PALMONARI - Le piastrelle di ceramica nell’architettura urbana - Ed. Edi.Cer., Sassuolo, 2002
G.TIMELLINI - Codice di posa delle piastrelle di ceramica - Ed. Centro Ceramico, Bologna, 2004
AA.VV. - The Italian Ceramic Tile Dictionary - Ed. Edi.Cer., Sassuolo, 1999
AA.VV. - “New Products & Architectural Projects”, Autunno/Inverno 2003-2004, Assopiastrelle, Sassuolo, 2003
AA.VV. - “Ceramic Tiles of Italy”, Autunno/Inverno 2004-2005, Assopiastrelle, Sassuolo, 2004
G. TIMELLINI, C. PALMONARI - Le piastrelle di ceramica negli ambienti pubblici- Ed. Centro Ceramico, Bologna, 2004
www.italiatiles.com
PER INFORMAZIONI RIGUARDO GLI ARGOMENTI TRATTATI RIVOLGERSI ALL'ARCH. MARIANO VICTOR BAVARO: